Le soft skills saranno sempre più importanti nella nostra vita lavorativa

https://www.diariodellaformazione.it/news/come-insegnare-le-soft-skills-a-scuola/, 27 lug, 2022

Aiutare gli studenti a migliorare le soft skills

In un mondo dove la velocità è il paradigma costante diventa strategico avere studenti già orientati al mondo del lavoro. Ragazzi “reattivi” in grado di sopportare pressioni esterne, con un buon grado di creatività e con una spiccata capacità di relazionarsi con gli altri.
Fino a qualche tempo fa, si pensava a queste caratteristiche come delle peculiarità intrinseche in ogni persona, sbagliavamo. Oggi la Scuola può aiutare i ragazzi a sviluppare al meglio queste attitudini e avere successo nella vita.

Esiste un nome preciso per distinguere queste caratteristiche?

Certo, si chiamano soft skills e sono tutte quelle “parole chiave” che si concretizzano in specificità richieste nel curriculum vitae. Il CV è infatti il documento fondamentale che apre le porte al mercato del lavoro. Come identificare al meglio le soft skills (competenze trasversali), e in che modo possono inserirsi con efficacia nel programma didattico? In questo articolo proveremo a supportarvi, mostrandovi questo nuovo modo di intendere l’insegnamento. Una metodologia didattica più smart e adatta alle esigenze del mercato professionale. Ecco tutto ciò che c’è da conoscere a riguardo.

Cosa sono le soft skills

Per comprendere al meglio cosa siano le soft skills è necessario partire dalle hard skills. Le hard skills cioè tutte quelle conoscenze di natura tecnica che si acquisiscono a scuola, utili per poter svolgere una certa mansione. Si tratta delle famose competenze di base di natura professionale, ad esempio, l’abilità nell’usare un certo software o la conoscenza di un sistema di produzione. Si tratta di tutti quei mezzi vengono forniti presso le scuole o in corsi di formazione professionale attraverso programmi didattici tradizionali.

Le soft skills, sono più difficili da identificare e una volta le avreste chiamate, semplicemente, attitudini intrinseche che ogni ragazzo sviluppa in base alle sole esperienze che compie nella vita. Quindi talento, capacità di problem solving, buona gestione dello stress, derivano da situazioni in cui ci si trova davanti e che vanno risolte. La Scuola si deve inserire in questo contesto in modo da poter aiutare a tirare fuori il meglio dai ragazzi e fornire al mondo del lavoro, in futuro, personale sempre più adatto alle esigenze aziendali e di mercato.

Come identificare le soft skills

Le soft skills sono classificabili in categorie ecco come riconoscerle.

  • Soft skills di efficacia personale: resistenza allo stress, flessibilità, autostima, stress control, creatività e apprendimento continuo;
  • Competenze trasversali di natura relazionale: orientamento al cliente, comunicazione con l’esterno, cooperazione e capacità di mantenere rapporti con terzi;
  • Skills di influenza e impatto: tendenza alla persuasione, organizzazione consapevole, mantenimento della leadership e coaching;
  • Competenze per la realizzazione: ordine e qualità, iniziativa, approccio costruttivo, orientamento al risultato, organizzazione e pianificazione delle attività, autonomia nel lavoro e problem solving;
  • Soft skills cognitive: capacità di astrazione e analisi.

Si tratta di caratteristiche che, molto spesso, pratichiamo nella vita di tutti i giorni ma non riusciamo a riconoscerle come possibili marce in più per sfondare nella vita professionale.

Come si inseriscono le soft skills a Scuola

Le soft skills, come abbiamo già anticipato, non sono solo capacità intrinseche, ma è possibile svilupparle e renderle delle carte spendibili nel lavoro. La Scuola, i docenti a questo punto, ha un compito fondamentale a cui assolvere. Trasferire ad ogni ragazzo tali competenze per permettergli una vita lavorativa soddisfacente. A incentivare l’integrazione di metodi di insegnamento sempre più centrati su tale obiettivo è sempre l’Unione Europea che ha sottolineato la centralità degli enti formativi di ogni ordine e grado.

Secondo il nostro punto di vista è troppo tardi parlare di soft skills all’università poichè l’individuo è già “formato”, quindi occorre fare prima e iniziare dalla Scuola primaria e secondaria. È stato dimostrato che le competenze sviluppate in ogni singola disciplina risultano trasversali, rappresentando una condizione valida per realizzarsi dal punto di vista personale e avere un ruolo attivo nella società.

A cambiare sono anche i metodi di valutazione nell’ambito scolastico, quindi gli elementi che contribuiscono alla valutazione delle soft skills riguardano le osservazioni sistematiche, le autobiografie cognitive e i compiti relativi alla realtà.

Come cambia la programmazione didattica?

Sicuramente il tempo a scuola non è mai sufficiente e per questo motivo bisogna inserire le soft skills in maniera intelligente nel programma. A dare delle direttive è l’Unione Europea nel 2018  richiede di assicurare il diritto all’istruzione e di inserire nuove metodologie didattiche  che permettano lo sviluppo a tutto tondo dello studente.

Per avere successo è necessario partire dalla scuola primaria stimolando i bambini allo sviluppo delle capacità trasversali, attraverso attività ludico-creative. In questo caso ogni componente della classe si troverà in situazioni realistiche da risolvere come dei veri e propri problemi. In base alle risposte fornite sarà possibile sviluppare un nuovo modo di vedere le cose e di pensare.

Ovviamente è necessario continuare a coltivare tale metodologia didattica commisurandola all’età dei ragazzi. Un grande risultato sarà quello di arrivare alla  alternanza scuola-lavoro con delle soft skills (competenze trasversali), completamente sviluppate.

Tutto questo sarà possibile grazie alla collaborazione virtuosa con i professionisti della formazione ed enti di formazione professionale. E’ strategico creare dei veri e propri punti di raccordo tra ciò che la scuola insegna e quello che il mondo reale desidera dai futuri lavoratori, cioè tra la teoria e la pratica.

I benefici delle soft skills

Acquisire un nuovo modo di pensare e di agire, sin dal periodo scolastico, aiuta i ragazzi a vivere meglio nella società, a comprendere il multiculturalismo e a rispettarlo, insegna a saper comunicare le emozioni in maniera chiara e ordinata ma, soprattutto, rispettare le scelte altrui senza sopraffarle.

Le soft skills (competenze trasversali), contribuiscono alla maturazione personale di ogni soggetto, soprattutto nei più giovani, creano lavoratori consapevoli e in grado di dare quel valore in più alla propria attività che, ovviamente, è ciò che si cerca di fare attraverso supporti di ogni genere. E a voi insegnanti non resta che aggiornarvi su come sviluppare al meglio tutte queste capacità trasversali dei ragazzi e per farlo è bene, anche solo per un po’, smettere di pensare in maniera convenzionale e di affidarvi alla concretezza.

Insegniamo agli alunni ad essere persone consapevoli attraverso quesiti che non esulino dalla realtà e dategli modo di pensare in maniera diversa senza mai mortificarli. I risultati saranno davvero sorprendenti.

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